CONFRATERNITA DI MARIA SS. DI SOVERETO

Riscosse entusiasmo e simpatia popolare l’erezione, nel 1721, del pio sodalizio confraternale intestato alla Madonna di Sovereto, per lo zelo e la lodevole iniziativa del vicario parrocchiale della collegiata, Francesco Bonaduce, introducendone il culto pubblico con il ripristino dell’antica devozione.
Lo stesso anno la confraternita ebbe dall’arciprete Angelo Gentile l’approvazione canonica dotandola di particolari favori e del privilegio di officiare proprio nella stessa cappella, in cui, sin dalla prima metà del 1500, si venerava l’antica icona della titolare.
E appunto nella collegiata e in quella cappella che Mons. Pacecco la visitò, dotandola di propri statuti sociali, ma poi annota erroneamente, come gli era stato suggerito, che era stata eretta nel 1722 dal vicario capitolare Pietro Antonio Schettini.
È comunque da tenere presente che l’arciprete Gentile, il 6 luglio di quello stesso anno 1722 era stato eletto Vescovo di Belcastro.

Per l’abbattimento della collegiata la confraternita dovette sgombrare, trovando ospitalità, dapprima nella chiesa degli Ognissanti, situata nelle immediate adiacenze dell’antica collegiata, dove rimase fino a quando anche questa venne resa al suolo per fare spazio alla nuova cattedrale.

Si adattò, quindi, in alcuni locali messi a disposizione da un confratello, dove rimase fino al 1838, quando prese possesso del suo nuovo oratorio, posto sotto il titolo di SS. Crocifisso e costruito con il generoso contributo dei fedeli e, soprattutto, del gentiluomo Gennaro de Paù-Antonelli, che le concesse una piccola porzione del terreno edificabile a fronte del suo palazzo.

Gli statuti sociali del pio sodalizio ebbero approvazione sovrana il 30 ottobre 1776, mentre con decreto vescovile del 28 giugno 1945, la chiesa venne eletta a sede parrocchiale sotto lo stesso titolo di SS. Crocifisso.

A onore e vanto della benemerita confraternita, va comunque ricordato che, sin dalla sua fondazione, si è sempre adoperata e continua ad adoperarsi al massimo livello, per la perpetuità del culto devozionale per la conclamata Santa Patrona e viene altresì chiamata ogni anno a collaborare con l’apposito comitato cittadino per rendere sempre più solenne e partecipata la cosiddetta Festa Maggiore.
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- Testo tratto dal libro “Terlizzi. La Chiesa - Le chiese” di Mons. Gaetano Valente.
- Foto a cura di Francesco De Nicolo.
** Esprimo il mio doveroso e sentito ringraziamento al giovane amico Francesco De Nicolo per avermi dato la possibilità, con le sue ricerche, di realizzare questa scheda monografica sulla Settimana Santa di Terlizzi.